Descrizione
DESTINI INCROCIATI.
Italo Calvino e Franco Maria Ricci
15 ottobre 2023 – 7 Gennaio 2024
Nel centesimo anniversario della nascita di Italo Calvino, il Labirinto della Masone celebra con una mostra il rapporto lavorativo e personale tra l’editore Franco Maria Ricci e il grande scrittore.
L’esposizione ha luogo nella corte centrale del Labirinto in una biblioteca che porta il nome di Calvino. Alle copertine dei libri e delle riviste cui i due protagonisti hanno collaborato sono affiancati i dattiloscritti originali delle opere. Gli oltre vent’anni della loro amicizia sono raccontati da lettere autografe, video, fotografie e altre testimonianze. Preludio alla mostra è la sala dedicata al Codex Seraphinianus, cui Calvino dedicò un articolo nel primo numero della rivista FMR.
Nel 1969 Franco Maria Ricci pubblicò per la prima volta Il castello dei destini incrociatidi Italo Calvino, nel prezioso volume Tarocchi. Il mazzo visconteo di Bergamo e New York. Come ha raccontato lo stesso Calvino nella nota finale al volume Einaudi, pubblicato pochi anni dopo con l’aggiunta della seconda parte, La taverna dei destini incrociati, fu proprio l’editore parmense a convincerlo a procedere nell’iniziativa editoriale, alla quale aveva quasi rinunciato.
Da quel momento editore e scrittore hanno continuato a collaborare nel segno dell’incontro fra la parola e il figurativo, motivi fondamentali di entrambe le carriere. Ricci pubblicò altri testi di Calvino, allora per la maggior parte ancora inediti. Alcuni di questi comparvero solo nella rivista FMR, come la trascrizione di una conferenza tenuta dallo scrittore in occasione di una mostra su Giorgio De Chirico al Centre Pompidou, oppure il racconto Sapore Sapere, che sarebbe confluito nella raccolta postuma Sotto il sole giaguaro. Altri trovarono spazio sia nella rivista sia in un volume, come il brano dedicato all’enciclopedia fantastica di Luigi Serafini, il Codex Seraphinianus, oppure il testo Il silenzio e le città, pubblicato con i dipinti del pittore ottocentesco fiorentino Fabio Borbottoni a corredo.
Quattro meravigliosi brani di limpida prosa ecfrastica accompagnano le grandi tele del pittore Domenico Gnoli, nel volume della collana “I segni dell’uomo” dedicato alla sua opera. L’esposizione comprende i dattiloscritti originali di questi ultimi due testi firmati dall’autore.
Il rapporto non fu solo lavorativo, ma anche personale, di grande stima e affetto reciproco: le molte lettere e fotografie presenti in mostra e il bellissimo Curriculum Vitae che l’editore chiese allo scrittore come corredo del volume dedicato ai tarocchi, ne sono testimonianza in mostra.
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