Descrizione
L’enfant prodige delle percussioni, Simone Rubino, sarà a Parma con la poetessa Mariangela Gualtieri per il debutto de IL RITMO DELLA TERRA: Opera da camera per voce, vibrafono, percussioni ed archi, di Lamberto Curtoni.
PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA
SIMONE RUBINO voce, vibrafono e percussioni
LAMBERTO CURTONI violoncello
CARLO GUAITOLI direttore
FRANCESCO MIGLIARINI percussioni
ANDREA CARATTINO percussioni
ENSEMBLE D’ARCHI DE LA TOSCANINI
È stato uno dei mille fruttosi incontri artistici favoriti dalla pandemia quello tra il percussionista Simone Rubino, il giovane compositore e violoncellista Lamberto Curtoni e la poetessa Mariangela Gualtieri.
A fine Marzo ne è nata la composizione “Quel metro che ci avvicina” per vibrafono sui versi della lirica “Nove marzo 2020” in cui Rubino compare anche come cantante nel registro di controtenore.
Sulla scia di questa collaborazione che è proseguita fruttuosamente, in questi giorni ha visto la luce l’opera da camera “Il ritmo della terra” su versi scelti dalla stessa Gualtieri per la composizione di Curtoni, tratti dal suo “Fuoco centrale” comprendente anche la famosa “La preghiera degli animali”.
Composta per voce, vibrafono, percussioni e orchestra d’archi, debutta in prima assoluta giovedì 23 luglio (ore 21.30) al Parco della Musica (ex Eridania) di Parma nell’ambito di Aemilia, la rassegna estiva de La Toscanini.
La prosecuzione della collaborazione dopo “Quel metro che ci avvicina”, si è basata sul desiderio comune da parte di Curtoni ma anche di Rubino, che ha commissionato l’opera, di approfondire il tema del ritorno alla semplicità, alla natura, a se stessi: «Volevamo lavorare a un progetto “naturale”, per arrivare ad ascoltare il suono della terra, del suo ritmo, che è quello plasmato dagli strumenti “naturali” di Simone – spiega Curtoni-. La musica, nel suo sviluppo, accompagna l’ascoltatore attraverso la necessità di tornare ad un stato di purezza. Perché il ritmo della terra sta completamente cambiando e un tempo sospeso, un dialogo, è necessario prima di lasciare il testimone.
L’opera conduce l’ascoltatore a tornare ad ascoltarsi, a osservare quasi oltrepassando la sembianza razionale delle cose e i confini della psiche individuale. A sentire il proprio ritmo, e di quello che ci circonda. Per quanto riguarda Rubino, la sua agilità e la leggerezza vocale unite ad una strepitosa tecnica strumentale sono stati un enorme possibilità espressiva per il mio lavoro compositivo».
Andare oltre le percussioni, si presenta per Rubino come una esigenza specifica: potersi esprimere musicalmente a 360 gradi anche nella cosiddetta dimensione orizzontale della musica, che racchiude il legato, quindi il canto in cui si specchiano contesti in cui prevalgono le vocali… poiché la musica che esce dalle percussioni è di natura verticale ed il ritmo è fatto di consonanti.
Il riferimento – basato su una percezione che comprende oltre al fatto tecnico una riflessione più ampia del “sentire la musica” – va al carattere maschile e femminile che si devono combinare e compensare.
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