Descrizione
Si riaccendono le luci a BDC: Light, please!
In questi mesi le attività pubbliche di BDC – Bonanni Del Rio Catalog si sono fermate, ma non si sono fermati il pensiero, le idee e conseguentemente il lavoro dietro le quinte. Ci siamo preparati ad essere un luogo fruibile nello scenario post pandemico che ci si presenterà nelle prossime settimane e a realizzare produzioni artistiche adatte a questo contesto.
Vista la difficoltà di utilizzare gli spazi al chiuso, abbiamo deciso di sfruttare l’esterno, la facciata della chiesa sede di BDC. La luce tornerà a illuminare anche l’interno della chiesa nel prossimo futuro. Vi terremo aggiornati al riguardo.
Il 15 maggio avverrà l’accensione della facciata di BDC28 con l’installazione Light, please! di Anonima Luci.
*Light, please!
di Anonima Luci
Poco più di un anno fa, il mondo intero si è ritrovato ad affrontare una situazione d’emergenza, da cui non siamo ancora usciti, causata da una pandemia. E’ stato un anno pieno di difficoltà e di restrizioni, in cui quasi tutto si è fermato o rallentato, ad eccezione delle attività fondamentali. Altre attività, non ritenute essenziali, sono state perlopiù dimenticate. Si ritiene che il mondo dell’arte, dello spettacolo, e della cultura in generale, non abbiano una funzione fondamentale all’interno della nostra società, forse perché soddisfano una necessità più astratta, legata allo spirito, e quindi meno necessaria rispetto ai bisogni primari. Allo stesso modo sembra che ci si sia dimenticati dell’importanza della socialità e dei rapporti umani, sia in tenera età, momento fondamentale per la crescita di un individuo all’interno di un gruppo più complesso rispetto al nucleo familiare, che in età adulta, contraddistinta dalla necessità di confronto, nuove conoscenze e contatto fisico con il prossimo.
In questo contesto è stato introdotto un coprifuoco per limitare assembramenti e interazioni tra gli individui nelle ore notturne. Anche se, andrebbe sottolineato, queste interazioni continuano ad esserci di giorno in ambito lavorativo, produttivo e di consumo.
Storicamente il coprifuoco è stato impiegato per diversi motivi, a seconda del periodo. Come si può intuire dal nome stesso, che risale al Medioevo, la funzione del coprifuoco era quella di coprire i fuochi durante le ore notturne per evitare che si verificassero incendi. Molto più tardi in Inghilterra fu invece utilizzato per costringere la gente nelle proprie dimore al fine di evitare l’insorgenza di moti cospiratori. Sempre in Inghilterra, nei primi del ‘900, fu necessario per risparmiare sul consumo di gas per l’illuminazione così da far fronte alla crisi del carbone. In tempi più recenti, durante la Seconda Guerra Mondiale, il coprifuoco fu utilizzato per diverse funzioni: da parte degli occupanti tedeschi per evitare le azioni della Resistenza, mentre da parte della popolazione per difendersi dai bombardamenti degli alleati. Spegnendo le luci e oscurando le finestre, i centri abitati diventavano infatti difficili da individuare.
In tutti questi periodi storici si può notare come la Luce, o meglio l’assenza della Luce, abbia avuto una funzione fondamentale nel fermare i diversi processi durante le ore notturne.
Oggi vogliamo riaccendere le Luci che ci sono state spente e lo facciamo ogni notte, proprio durante il coprifuoco.
La facciata di BDC28 si accenderà ogni sera alle 21.30 per dare quella mezz’ora di possibilità di contemplare la Luce prima di tornare velocemente alle nostre case per rispettare il coprifuoco.
Light, please!
#lightplease!
#BDC57
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*Anonima Luci
Anonima Luci è uno studio di Lighting Design e Light Art fondato nel 2018 a Milano da Alberto Saggia e Stefania Kalogeropoulos. Le aree di competenza riguardano il lighting design in tutte le sue forme, dall’illuminazione tecnica, alle istallazioni artistiche e al product design.
Alberto, laureato in Disegno Industriale con specializzazione in Lighting Design, e Stefania, architetto con un master in Lighting Design e uno in Exhibition Design, sono accomunati da una forte passione per l’innovazione e la ricerca sperimentale, intrecciando laser, suoni e tensioni elettriche, con un approccio ingegneristico.
Come definito da Jacqueline Ceresoli, storico e critico d’arte, la materia strutturante dei loro progetti trasversali è il carattere architettonico/effimero, in cui la luce altera la percezione dello spazio disegnando grafismi abbaglianti di impatto scenografico, griglie emozionali in cui la tecnologia diventa lo spazio dell’estetica.