Descrizione
OPEN di DANIEL EZRALOW
Giovedì 2 Aprile 2020
Teatro Regio di Parma – ore 20,30
A Parma arriva la Ezralow Dance con OPEN, l’atteso spettacolo è in programma giovedì 2 aprile 2020 alle ore 20,30 presso il Teatro Regio. Lo spettacolo è organizzato da Fondazione Teatro Regio di Parma e CAOS Organizzazione Spettacoli in collaborazione con Arci Parma, e fa parte della rassega “ParmaDanza 2020”.
Open, scritto a quattro mani con la moglie Arabella Holzbog, è un patchwork di piccole storie che strizzano l’occhio allo spettatore con numeri a effetto, multimedialità, ironia e umorismo, all’insegna del più puro entertainment. “Un antidoto alla complicazione della vita”, come dichiara lo stesso Ezralow. Uno spettacolare inno alla libertà creativa, al ciclo della vita e alla rivisitazione dei successi da lui creati, volto a trasportare il pubblico in una nuova dimensione dove umorismo e intensità danno vita a una miscela esplosiva di straordinaria fantasia creativa ed emozione scenica.
Sul palcoscenico di Open, oltre ad una scenografia molto semplice composta di quattro pannelli su cui vengono proiettati una successione di quadri visivi e vignette in movimento, vi sono otto ballerini della sua compagnia americana che, nelle numerose sequenze di gruppo, così come negli assoli, coniugano con scioltezza il linguaggio neoclassico e la modern dance, incantando il pubblico in un mix tra sorpresa, divertimento, leggerezza e agilità. Nella coreografia si susseguono emozioni e sensazioni differenti, come l’ironia, il dolore, o la speranza, fino ad arrivare a un’idea ecologista.
“In Open c’è il contrasto tra città e natura, laddove solo quest’ultima può liberare l’uomo dalla frenesia della vita. Il filo conduttore è che attraverso la città arrivo alla natura. Ritengo che oggi i più giovani siano cresciuti con dei nuovi valori che noi non avevamo, come il rispetto per l’ecologia…”.
Daniel Ezralow è un coreografo molto eclettico e il successo dei suoi spettacoli è dovuto al fatto che riesce sempre ad attirare a sé un pubblico di età diverse, fattore che forse oggi nella danza viene sottovalutato. La sua è, infatti, una danza apprezzata anche da chi quest’arte non la conosce bene, perché fatta di una serie di elementi, tra cui leggerezza, ironia, ottimismo, gioiosità, sorpresa, coinvolgimento diretto, capacità di riunire il comico e il tragico in uno stesso momento. La genialità risiede nell’uso del sistema visivo, in una coreografia ingegnosa e straordinaria tempistica. Ezralow non fa che scavare nella sua fertile immaginazione per rinnovare il modo di toccare la gente. Pesca dal suo vasto retroterra e confeziona uno show che include e non esclude, esalta le differenze e invita gli spettatori ad aprirsi verso un mondo infinito di contaminazioni: somatiche, coreografiche e tecnologiche. Teatro, cinema, televisione, musica, moda, sport, pubblicità: sostiene di fare di tutto perché non è in grado di fare delle scelte. E lo fa sempre con molta umiltà. L’arte, dice, “è l’unica arma che l’uomo possiede per superare momenti di crisi, perché dà gioia, voglia di vivere e senso alla vita. Ed è proprio nei momenti di crisi che, chi ce l’ha, tira fuori
tutta la propria creatività. L’arte è una delle rare cose che non può andare indietro, ma solo
avanti”.
Daniel Ezralow vive a Los Angeles, ma va avanti e indietro fra Italia e Stati Uniti da più di venticinque anni. Ha un rapporto costante con il nostro paese. In Italia il Festival di Sanremo e Amici hanno accresciuto la sua popolarità, ma qui ha fatto anche pubblicità, cinema e teatro.
“Amici è sempre molto divertente e fresco. Sanremo è un impegno concitato, emozionante e coinvolgente dove ognuno cerca di dare il meglio di sé in tempi strettissimi. Mi è piaciuto lavorare ad Amici, anche se l’aspetto della competizione non mi appartiene. Maria De Filippi mi ha permesso di dare sfogo alla mia follia. Ho cercato di insegnare ai giovani a tirare fuori il genio che hanno dentro, indipendentemente dal loro collo del piede. La grandezza del teatro, invece, risiede nel pubblico, nel luogo, nel feeling dei ballerini, negli applausi. Tra la televisione e il teatro, quello che cambia molto nella creazione della coreografia sono soprattutto i tempi: in televisione le coreografie sono brevi, di pochi minuti, e devono subito essere d’impatto; in teatro, invece, è l’esatto contrario”.
Negli anni ’80, con Momix e Iso, Ezralow ha rinnovato la danza contemporanea rendendola giocosa, atletica, popolare, collaborando anche con rockstar come gli U2. Con Open, invece, punta sulla classica.
“Sono una persona che ha dedicato la vita alla creatività del movimento in ogni spazio: palcoscenico classico, Broadway, televisione. Per me l’atto creativo è sacro e può insorgere
dalla cosa in apparenza più inutile. Nell’inseguirlo, le mie cellule provocano una reazione che fa vivere l’opera stessa. Non so dire dove sta andando la danza, semplicemente perché
è molto più grande di noi ed è un istinto per me. L’importante è essere nell’oggi con il proprio bagaglio, perché è lo spirito che cambia. La mia danza è fisicità, ironia, leggerezza e tanta gioia. Non voglio un pubblico annoiato, ma felice e convinto, che quando esce dal teatro porti via qualcosa attraverso gli occhi. Voglio sorprenderlo. Così per Open ho scelto la musica classica e quella che ho scelto è alla portata di tutti. Ho scelto proprio la più tradizionale e conosciuta, come i Notturni di Chopin e le musiche più celebri di Rossini, Beethoven, Bach. Creano un bel contrasto… La novità è vedere un ballerino jazz o hip hop che danza sull’ouverture del Guglielmo Tell di Rossini. Sono assolutamente convinto che le coreografie possano aiutare i giovani ad avvicinarsi alla musica classica. La classica oggi ha tanto da dire, in questo senso è nuovissima. In fondo è Lei che tiene insieme la danza classica, quella moderna e l’hip hop. L’artista deve sempre de-costruire per rinnovarsi, è fondamentale per la creatività e in questa fase della mia vita mi rendo conto che la musica classica è molto moderna. Bach, ad esempio, è pazzesco. Se lo ascolti, dopo non ti piace più neanche il rock”.
Biglietti in prevendita: sono disponibili:
– presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma
– on line www.teatroregioparma.it
– presso Arci Parma – (Via Testi, 4 – PR).
– tramite il circuito ticketone
Per informazioni:
– ARCI Parma e CAOS Organizzazione Spettacoli
tel 0521-706214
in**@ar*******.it
– Biglietteria del Teatro Regio di Parma Tel. 0521 203999
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