Descrizione
▶︎ The Irishman
per la regia di Martin Scorsese
(USA 2019, 203′)
★ Sinossi ★
Frank Sheeran (Robert De Niro) è un ex funzionario sindacale, veterano della Seconda Guerra Mondiale e autista di camion. Incontra l’uomo del destino, Russell Bufalino (Joe Pesci), boss della mafia a Filadelfia. Le famiglie di Frank e Russell stringono un’amicizia che va al di là del business. La situazione si complica quando Russell presenta Frank a Jimmy Hoffa (Al Pacino), capo del sindacato dei camionisti. Frank diventa il suo braccio destro e il suo consigliere. Il film racconta il viaggio di questi tre personaggi attraverso gli Stati Uniti e la Storia americana.
Il film verrà proiettato in versione originale con sottotitoli in Italiano.
★ Scheda critica del film ★
Si parla già di capolavoro di Martin Scorsese. Del resto, sembra davvero che con questo film da tre ore e mezza il regista italo-americano abbia voluto regalare al pubblico internazionale la summa del suo cinema. Cast più che d’eccezione, con sfoggio di premi Oscar: Robert De Niro che torna a recitare con Scorsese dopo 24 anni da Casinò, Al Pacino che “scolpisce la sua interpretazione definitiva” debuttando per la prima volta con Scorsese, Joe Pesci che ha lavorato con il regista nei gangster movie che hanno segnato la storia (come Quei bravi ragazzi, 1990), Harvey Keitel protagonista assieme a De Niro del film di Scorsese che assieme a Taxi Driver (1976) lo rende uno dei principali protagonisti della New Hollywood, Mean Street (1972). Un budget impressionante quello concesso da Netflix, che ha lasciato a Scorsese piena libertà artistica e anche (e non è poco) 6 mesi di ritardo e 60 milioni di dollari “extra” (i 100 milioni di dollari previsti inizialmente sono infatti diventati 140 milioni). Una sceneggiatura firmata da Steve Zaillian (altropremio Oscar, per Schindler’s List).
Un’opera monumentale quindi, che deve la sua grandezza anche e soprattutto alle condizioni preliminari e non negoziabili di Scorsese: come la scelta di non utilizzare attori giovani, ma di far “ringiovanire e invecchiare” in cgi i suoi Big (operazione per la quale alla Industrial Light And Magic -fondata da un altro protagonista indiscusso del cinema americano, George Lucas, è stato concesso tutto il tempo necessario). Ne esce un film che – narrativamente parlando – si sposta in continuazione in avanti e indietro nel tempo, ripercorrendo (e riflettendo su) momenti che hanno segnato la storia americana, come l’assassinio di JF Kennedy. Diverso e al tempo stesso molto vicino al testo di Charles Brandt, ex avvocato e investigatore privato, che per scrivere il suo libro-inchiesta (il titolo originale era I killed Jimmy Hoffa. The Irishman) passò 5 anni a stretto contatto con Frank Sheeran. Ma dietro a The Irishman, non ci sono solo attori che hanno fatto la storia del cinema, non c’è solo un budget che fa spalancare gli occhi. C’è tutta la cinefilia del regista, c’è il suo amore per il neorealismo e la nouvelle vague; ci sono i maestri del cinema noir, come Melville e Altmann. E c’è lo stesso Scorsese, che sembra ripercorrere e rimescolare qui tutta la sua carriera, da Maen Street a Quei Bravi Ragazzi, da Gangs of New York a Casinò, da Toro Scatenato a The Departed. Sembra quasi che Scorsese, al culmine della sua carriera, con The Irishman ci abbia voluto dare il non plus ultra di un genere che lui stesso a creato e del quale resta maestro assoluto.
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Prima di The Irishman, verrà proiettato uno dei cortometraggi in concorso al festival:
▶︎ Arva Vacua
di Galia Bezukladnikova, Ilaria Fasoli, Valentina Rizzi, Daniela Vernaza, Anita Zampieri
(ITALIA 8′)
★ Sinossi ★
La “Carte de Tendre” è una mappa ideata da Madeleine de Scudéry attorno la metà del Seicento inserita all’interno del suo romanzo Cleliè, Histoire romane. Nel racconto d’amor cortese da cui il video trae e ricompone le parole, la protagonista disegna in forma geografica un itinerario emozionale attraverso cui dover viaggiare per giungere a Tendre, paese della Tenerezza, attraverso lunghi e rischiosi itinerari. Arva Vacua (terra sconosciuta) ripercorre le forme dell’itinerario psicogeografico dei sentimenti attraverso suggestioni provenienti dalla natura, dal territorio vissuto e urbano. Il paesaggio assume i contorni di realtà vissute e trasognate unite alla forte presenza corporea, al contempo protagonista e guida del viaggio verso la sconosciuta sede degli affetti più puri.
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