Descrizione
Giulio Parmigiani: Sassarino di Piacenza
Venerdì 1° dicembre, presso l’Auditorium della Casa della Musica, si terrà la presentazione del libro curato da Giuliano Masola
Venerdì 1° dicembre, alle ore 17.30, Giuliano Masola presenterà il libro “Giulio Parmigiani. Sassarino di Piacenza“, edito da Tip.Le.Co., ricco dei ricordi di Giulio Parmigiani, densi di avvenimenti ed emozioni che coinvolgono e interrogano allo stesso tempo.
L’incontro sarà presentato da Andrea Cattabiani, con le letture di Maria Silvia Grisenti e gli interventi musicali di Rocco Rosignoli.
Giulio Parmigiani, di Pio e Rosa Francesca Parmeggiani, ha lasciato dei preziosi Ricordi, continuamente rivisti fino alla sua scomparsa. Il manoscritto, particolarmente ricco di immagini e documenti, donato dalla Famiglia alla Biblioteca “Passerini-Landi” di Piacenza, ci offre la visione di una guerra che solo in rari momenti lascia spazio alla pietà, ancor meno al sentimentalismo. I combattimenti che si svolgono per la conquista della Trincea delle Frasche e quella dei Razzi, come tanti altri, sono vissuti in prima persona e narrati quasi con freddezza, in qualche caso con spirito goliardico.
Gli amici e i colleghi che gli cadono a fianco, per il Capitano Parmigiani sono motivo di tristezza, ma anche di stimolo al combattimento. È una lotta all’ultimo sangue, sangue che finisce per bagnare ogni pagina, tra l’adrenalina della battaglia e la tristezza delle perdite. Giulio non è sardo, ma nei suoi “sassarini” trova una umanità semplice, fatta di poche parole, di grandissima determinazione. E questa è tale da farli chiamare dagli avversari “die roten Teufel” ‒ i Diavoli Rossi ‒, un nomignolo che però i sardi al momento non colgono nel giusto valore, ritenendolo offensivo. L’Altopiano dei Sette Comuni, il Carso, Le Melette, Monte Fior, Monte Spil, Veliki Kriback costellati di doline, trincee e caverne, sono il tetro delle eroiche imprese della Brigata. Non è una questione di medaglie, ma di orgoglio e di onore, per Deus et su Re.
Per Giulio Parmigiani ci sono anche momenti difficili; a un certo punto percepisce che il suo comportamento è messo in discussione. Il prolungarsi della guerra e, soprattutto, della lista dei morti, mette in crisi la sua fiducia verso i comandanti. Ferito sul Nad Logem nel 1917, un paio di mesi prima di Caporetto, è costretto a lasciare il fronte. Verrà mandato in ospedale e poi al Deposito di Ozieri; la guerra guerreggiata per lui si conclude. Fortunatamente non è così per gli studi che aveva dovuto necessariamente interrompere. Si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Parma nel 1923. Successivamente diventa dentista, mentre il fratello Stefano, farmacista, prosegue la tradizione di famiglia (la farmacia Parmigiani è tuttora esistente a Piacenza). Spirito poliedrico, ha sempre amato la fotografia, le scienze naturali e la montagna. Non si è sposato, ma in famiglia è sempre stato un punto di riferimento, in particolare per i nipoti.
Il suo ricco manoscritto offre tantissimi spunti, evidenziando la violenza sempre crescente della guerra, che fa da triste cornice al quadro della vittoria. Giulio Parmigiani muore ottantenne a Piacenza nel 1974. Cosa ci lascia? L’impegno, l’orgoglio, e la passione, tutto ciò che si può tradurre in comprensione, amicizia e amore; da vero “sassarino” piacentino, è tutto questo, e forse ancora di più.
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