Descrizione
Mostra – – PALAZZO PIGORINI
Da Sabato 27 Maggio 2023 A Domenica 16 Luglio 2023
Il Novecento svelato
Dal 27 maggio al 16 luglio a Palazzo Pigorini un’esposizione inedita dalle collezioni del Comune di Parma: in mostra le opere di 26 artisti parmigiani che hanno segnato il panorama artistico del ‘900.
INFORMAZIONI
Da mercoledì a domenica e festivi: 10 – 19
Chiuso lunedì e martedì
Ingresso gratuito
Palazzo Pigorini Tel 0521 218967 – mail pi******@co****.it” href=”mailto:pi******@co****.it” data-original-string=”WhfWQv+KjqkMdNRbqO5h5Q==197XVbLLjR7PgOsDaL0eVO9yQ7GCzYN7Ru21fMNQJA/pKI=” title=”This contact has been encoded by Anti-Spam by CleanTalk. Click to decode. To finish the decoding make sure that JavaScript is enabled in your browser.” target=”_blank” rel=”noopener”>pi******@co****.it
Instagram: palazzopigorini
DOVE
- – PALAZZO PIGORINI
STR DELLA REPUBBLICA 29/A, PARMA
QUANDO
Dal 27 maggio al 16 luglio 2023 l’assessorato alla Cultura del Comune di Parma organizza e promuove a Palazzo Pigorini “Il Novecento svelato”, un’inedita esposizione collettiva dedicata alla pittura del Novecento parmigiano con opere d’arte provenienti dalle collezioni comunali e custodite nei depositi dei musei civici.
Una selezione di oltre cinquanta opere, tra dipinti e disegni, che rendono omaggio a 26 artisti che, a partire dagli anni Sessanta del Novecento, hanno donato al Comune di Parma, e quindi all’intera collettività, parte della loro produzione. Si tratta di pittori che sono nati a Parma o nei dintorni che con la città hanno, nel corso della vita, dimostrato di avere un legame forte e indissolubile anche quando si sono spostati in altri centri importanti per la pittura del XX secolo.
“Con questa mostra – ha spiegato il vicesindaco e assessore alla Cultura Lorenzo Lavagetto – l’Amministrazione Comunale, oltre a dare un contributo all’analisi e all’approfondimento del panorama artistico parmigiano del Novecento e alla conoscenza degli artisti che ne furono protagonisti, vuole valorizzare il patrimonio conservato all’interno dei depositi civici riportando alla luce opere solitamente non accessibili al pubblico e poco note dato che esposte, negli anni, solo in occasione di mostre temporanee o in sedi di rappresentanza”.
Queste opere si affiancano al ricco patrimonio che può essere ammirato dalla cittadinanza e dai turisti nella storica sede della Pinacoteca Stuard il cui percorso espositivo, che va dal XIV e XV secolo fino al Novecento comprendendo opere di differenti culture artistiche e pittoriche, è l’esito della sensibile e generosa intuizione di Giuseppe Stuard (Parma, 1790-1834), amministratore della Congregazione di San Filippo Neri.
Come ha spiegato Marco Pegazzano, dell’assessorato alla Cultura, che ha curato la selezione delle opere e il percorso espositivo, la mostra, allestita secondo un ordine cronologico e tematico, suggerisce ai visitatori un percorso nell’arte parmigiana del Novecento che, basandosi sulle opere effettivamente disponibili, non ha la pretesa di voler fornire un quadro esaustivo, ma intende, piuttosto, mettere in luce le corrispondenze e le sottili connessioni biografiche e poetiche che legano le opere, le esperienze e la vita della maggior parte di questi artisti, attraverso un secolo segnato da guerre e cambiamenti irreversibili.
L’esposizione vuole essere anche un’occasione per far conoscere al grande pubblico artisti del territorio che, a partire dalla loro formazione, hanno mantenuto un legame profondo con la nostra città, alcuni dei quali già noti e celebri anche al di fuori dei confini locali, altri da riscoprire.
Tra i ventisei artisti in mostra – Germano Attolini, Francesco Barilli, Latino Barilli, Renzo Barilli, Ubaldo Bertoli, Enzo Bioli, Amedeo Bocchi, Alfonso Borghi, Lucio Brugliera, Remo Gaibazzi, Nino Gasparri, Mino Lusignoli, Walter Madoi, Luigi Magnani, Carlo Mattioli, Goliardo Padova, Donnino Pozzi, Arnaldo Scaccaglia, Orio Silvani, Atanasio Soldati, Arnaldo Spagnoli, Stefano Spagnoli, Claudio Spattini, Luigi Tessoni, Renato Vernizzi e Bruno Zoni – si possono rintracciare nessi, amicizie, percorsi paralleli o divergenti, sodalizi professionali che, in un periodo particolarmente fertile per la vita artistica e culturale parmigiana, diedero vita in alcuni casi a esperienze stilistiche molto simili e vicine tra loro, in altri casi determinarono tendenze figurative e linguaggi differenti.
Attraverso il progetto “Il Novecento svelato” l’Amministrazione Comunale restituisce così alla collettività un significativo patrimonio di identità culturale, testimonianza sociale e artistica di un territorio, la cui esposizione rafforza il senso di appartenenza ad una comunità che si apre al futuro attingendo dal proprio passato, favorendo una ricerca e un dibattito collettivo.
Il percorso espositivo, che si snoda tra le sale del primo piano di Palazzo Pigorini, parte con una serie di artisti che hanno mantenuto, all’inizio del secolo e oltre, un forte legame con la tradizione figurativa. Troveremo Amedeo Bocchi, Donnino Pozzi, Renato Vernizzi, Atanasio Soldati, Arnaldo Spagnoli, Latino e Renzo Barilli.
Nella seconda sala gli stilemi della pittura figurativa seguono strade e percorsi diversi, con tele di Carlo Mattioli, Remo Gaibazzi e Latino Barilli, a cui si affiancano opere di Ubaldo Bertoli e Luigi Tessoni dedicate alla lotta partigiana.
A seguire la presenza di tre artisti, Enzo Bioli, Arnaldo Scaccaglia e Bruno Zoni, accomunati in tre opere che si caratterizzano per un naturalismo interpretato sulla base di un senso materico del colore.
Nella terza sala Walter Madoi, presente con quattro opere a testimoniare anche l’importanza quantitativa e non solo qualitativa della sua donazione (53 le opere donate in tutto dal pittore al Comune di Parma), viene accostato a due tele di Francesco Barilli. Si tratta di una sala di voluti contrasti: da una parte Madoi con la sua drammatica rappresentazione della realtà, dall’altra le visioni oniriche, surreali ed “evasive” di Francesco Barilli.
La quarta sala è una dedica ad un pittore ancora poco conosciuto, Nino Gasparri. Tre opere di grandi dimensioni che raccontano al meglio il valore poetico del suo lavoro che risiede nella sua esigenza lirica del colore e nella disperazione dei personaggi che popolano le sue tele.
Il corridoio si apre, poi, con l’astrazione e l’informale di Alfonso Borghi, Goliardo Padova, Lucio Brugliera, Claudio Spattini e Stefano Spagnoli. Nelle loro varie forme si compie un’opera di allontanamento, di straniamento dalla realtà naturalistica entro la quale viviamo, fino alla negazione di essa.
L’ultima sala propone la pittura di maggiore ricerca, segnica e materica, con opere di Mino Lusignoli, Orio Silvani, Germano Attolini e Luigi Magnani.
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