Descrizione
[ Retrospettiva Pietro Marcello]
Triplo appuntamento per la regia di Pietro Marcello con:
▶︎ Il cantiere
(Italia 2004, 35’)
▶︎ La baracca
(Italia 2005, 26’)
▶︎ Il passaggio della linea
(Italia 2007, 57′)
★ Sinossi de Il cantiere★
“Napoli per me è stata la fossa dei leoni, il posto in cui ho imparato a fare tutto”. Queste le parole di Pietro Marcello, che nel suo terzo cortometraggio (dopo Carta e Scampia) racconta la storia di due bambini nel cuore della città partenopea e di un giardino pubblico che a loro è negato. Il documentario ha vinto l’XI edizione del “Libero Bizzarri”.
★ Sinossi de La baracca★
Un giorno della vita di Maurizio, senzatetto di Napoli. L’uomo combatte ogni giorno contro la povertà, cercando di sopravvivere al meglio. Raccoglie tutti gli oggetti che la società consumista getta via, tutto quello che viene eliminato, per far posto a novità più tecnologiche e comode. Così l’interno della sua baracca somiglia in tutto e per tutto ad una vera casa. “Quella di Maurizio è una povertà fatta di stufe, scaldabagni, pupazzi e ogni sorta di oggetti, oggi inutili al mondo delle comodità. L’inutile diventa utile e ogni cosa trova il suo valore per chi veste al contrario e non esita a essere un recuperante dei nostri tempi” (Pietro Marcello).
★ Sinossi de Il passaggio della linea★
Il passaggio della linea è un “viaggio” lungo l’Italia vista attraverso i treni espressi a lunga percorrenza, da tempo abbandonati ad un destino di lento degrado, che attraversano la penisola durante la notte. Stazione dopo stazione, si dispiega così una carrellata di paesaggi, architetture, volti, dialetti e voci, vite che si mescolano in un corpo unico a bordo dei treni.
★ Scheda critica del film Il passaggio della linea★
Interamente girato sui e dai treni a lunga percorrenza che attraversano la penisola dal Sud al Nord e viceversa, il primo lungometraggio di Piero Marcello (presentato alla 64° Mostra del Cinema di Venezia, dove vince il Premio “Pasinetti” DOC) richiama nel titolo l’operadi Georges Simenon, Le passage de la ligne (1958).
Con la sua cinepresa Marcello intreccia le vite dei passeggeri con paesaggi visti da un finestrino. Documentario o poema notturno, come lo definisce l’autore? L’uno e l’altro. Lo sguardo del regista è limpido, ma non asettico, alle volte è capace di trasfigurare il colore di un’alba, il torpore del sonno, la smania dell’insonnia, i rumori e il chiasso. Tra le figure e figurine che popolano questo mondo, spicca quella di Arturo, europeista novantenne che ha preso una decisione radicale pur di vivere appieno la propria libertà: un uomo che ha scelto come “fissa dimora” i treni notturni, spostandosi dall’uno all’altro. Come in un eterno ritorno, all’arrivo segue sempre la sosta, poi tutto riprende in una nuova partenza.
“Ho imparato a guardare l’Italia contemplando il suo paesaggio dai treni, riscoprendo di volta in volta la sua bellezza e la sua rovina. Spesso ho pensato di realizzare un film itinerante che attraversasse la provincia per provare a raccontare l’Italia: bella, sì, ma perduta” (Pietro Marcello).
**Ingresso Abbonamento/Biglietto**
Mappa
Sorry, no records were found. Please adjust your search criteria and try again.
Sorry, unable to load the Maps API.