Descrizione
▶︎ La scomparsa di mia madre
di Beniamino Barrese
(Italia 2019, 90’)
★ Sinossi ★
Il regista e fotografo Beniamino Barrese accende la telecamera davanti a sua madre, Benedetta Barzini. Famosa modella durante gli anni Sessanta, prima italiana ad avere la copertina di Vogue America, musa di Andy Warhol, Salvador Dalì, Irving Penn e Richard Avedon, è diventata in seguito una femminista radicale lottando per i diritti delle donne e per la loro emancipazione. Oggi ha 75 anni e vorrebbe scomparire, vorrebbe andarsene lontano da tutto e tutti. Il film esplora il rapporto fra una madre e un figlio e al contempo riflette su temi quali la bellezza, la vecchiaia, la libertà, il potere dell’immagine.
★ Scheda critica del film ★
“Ho passato la vita a filmare e fotografare mia madre, senza sapere perché. È stata la mia prima modella, la mia preferita. Quando mi ha detto di aver deciso di andarsene e di non tornare mai più, ho capito che non ero pronto a lasciarla andare”.
Beniamino Barrese
Questo è l’esergo del film di Beniamino Barrese, per la prima volta dietro la macchina da presa. E fuga ogni dubbio relativamente all’approccio scelto dal regista per raccontare la madre, Benedetta Barzini. È un ritratto intimo e privato di quella che è stata una delle icone della moda più importanti di sempre lanciata dalla leggendaria fashion editor Diana Vreeland (protagonista nel 2011 del documentario diretto dalla nipote Lisa Immordino Vreeland: Diana Vreeland. L’imperatrice della moda). Benedetta Barzini è un cigno elegante come una scultura di Giacometti e inafferrabile come una creatura aliena. È una donna forte, magra, bellissima e fiera dei suoi settantacinque anni e delle rughe che le solcano il volto; è irosa, restia al dialogo con la telecamera, determinata nel perseguire il suo obiettivo di libertà dal mondo che fino ad oggi l’ha circondata. Ma è anche una madre, una super-madre che nonostante il tentativo di prendere le distanze da quel ruolo, di ribellarsi, non riesce ad allontanarsi dal figlio che non smette mai di osservarla nel tentativo di capire perché lei voglia soltanto una cosa: scomparire. Non è facile scomparire, però, per una donna che ha sempre vissuto immersa nelle immagini che lo spettatore può osservare in un continuo salto tra il presente e il passato della protagonista, attraverso i servizi fotografici per Vogue, fra gli oggetti affastellati nella sua casa rifugio, fra gli studenti dell’università, con una vecchia amica attrice ed ex modella (Lauren Hutton). Barrese osserva sua madre e con questa operazione ci regala un film su una donna. Questo è un film sulla donna che non rinuncia mai a ribellarsi alle definizioni, sulla donna che agisce e pensa, libera. “Un film che sfiora quel pezzo di storia italiana sul femminismo e che si allarga sempre di più, scena dopo scena, al presente di ogni donna. Indaga la sostanza della femminilità e dischiude l’orizzonte sulla libertà, come valore e non come semplice rivendicazione, della donna spesso chiusa dagli sguardi altrui e dalla necessità o dipendenza del riconoscimento.” (Emanuele Genovese, www.cinematografo.it)
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