Descrizione
Quintetto di fiati della Filarmonica Arturo Toscanini
Lunedì 28 novembre, alle ore 20.30, la Sala dei Concerti ospita il concerto di un organico cameristico tra i più classici
Lunedì 28 novembre, alle ore 20.30, il Quintetto di Fiati della Filarmonica Arturo Toscanini, proporrà una serata in musica presso la Sala dei Concerti di Casa della Musica.
Per gli strumenti a fiato, protagonisti delle serate musicali settecentesche, la musica di intrattenimento codifica le sue forme libere come la serenata, il divertimento. Ma l’epoca classica tiene a battesimo nuove forme più articolate, seriose per esprimere i nuovi concetti della musica: come il quartetto d’archi (con Haydn) ma regala altri “contenitori” allo stesso ensemble di fiati (in vari organici) – compresi quartetto e quintetto – i cui padri sono il francese Antonin Reicha e il violoncellista tedesco di origine italiana Franz Danzi che già a 15 anni suona nell’orchestra di Mannheim: orchestra dove si sperimenta l’uso dei fiati. In questo contesto si incastonano i Quintetti op. 56: autentici gioielli espressioni un linguaggio ben tornito all’insegna dell’eleganza e del piacere di fare musica.
Nel XX secolo diversi compositori si dedicano con curiosità e interesse alla scrittura per strumenti a fiato perché hanno la possibilità di sperimentare nuove sonorità e cercare altri mondi. Tra questi Ottorino Respighi, fresco di studi a San Pietroburgo con Rimski-Korsakov, nel 1898 scrive il Quintetto in sol minore: un’opera di grande nitore, dipinta in gusto tipicamente neoclassico. Il lavoro, scritto in due soli tempi, Allegro e Andante, si presenta in tipico stile arcaico, in linea con gli stilemi del compositore, rielaborato con sottile originalità e risultando all’ascolto, come molti dei suoi lavori, diretto e immediato.
Più giovane di dieci anni rispetto a Respighi, il francese Jacques Ibert ha due passioni: gli strumenti a fiato e il teatro. I Trois pièces brèves riuniscono l’uno e l’altro: infatti erano originariamente destinati ad accompagnare una pièce del drammaturgo George Farquhar,
The Beaux’ Stratagem – in scena al Théâtre de l’Atelier di Parigi nell’adattamento francese di Maurice Constantin-Weyer. Lievi e spumeggianti, vedono la luce nel marzo 1930 quando ormai il catalogo del compositore era senz’altro maturo. Ibert, per sua stessa ammissione, si tenne sempre lontano da «i difensori di una certa tradizione e i partigiani di una certa avanguardia». Qui, per combinazioni timbriche ingegnose e un gusto cristallino in bilico fra ghiribizzosa ironia e carezzevole cantabilità, questi tre brevi bozzetti occhieggiano a certe atmosfere raveliane e a un tal quale neoclassicismo.
Anche le Sei Bagatelle del giovanissimo György Ligeti (1953), come i Trois pièces di Ibert sono brevi, forse lo sono di più. Capolavoro assoluto, queste si poggiano sui contrati anche estremi come tra la prima e seconda miniatura in cui si fronteggiano due caratteri: il vitalismo ritmico e la malinconia dolente. Il primo brano (Allegro con spirito), vede la stessa formula di poche note cambiare colore passando identica in ogni strumento, burlesco, ironico, stridente anche per l’intervento dell’ottavino! L’altra faccia, quella malinconica, domina nel successivo Rubato lamentoso, per tornare al vitalismo con il terzo brano, il più ampio della serie, dove la larga melodia del flauto trova un accompagnatore spassoso nel disegno ostinato e divincolato del fagotto. Segue il Presto ruvido, fulmineo nei suoi scatti sincopati, quindi l’Adagio mesto omaggio alla “memoria di Béla Bartók”: aperto da alcuni rintocchi funebri, procede fra il lirico e il grottesco fino alla mite consonanza di un accordo perfetto. L’ultimo brano non fa mistero dell’amore per Stravinskij, con i suoi ritmi petulanti di robusta salute: tutto finisce con un gesto nonchalant del corno sigillato da una nota del fagotto.
Il concerto è organizzato dal Comune di Parma – Casa della Musica in collaborazione con La Toscanini.
Quintetto di Fiati della Filarmonica Arturo Toscanini
Sandu Nagy, flauto
Gian Piero Fortini, oboe
Daniele Titti, clarinetto
Davide Fumagalli, fagotto
Fabrizio Villa, corno
PROGRAMMA
Franz Danzi (1763- 1826)
Quintetto in si bemolle maggiore per strumenti a fiato op 56 n.1
Allegretto
Andante con moto
Menuetto allegretto
Allegretto
Ottorino Respighi (1979 – 1936)
Quintetto in sol minore per strumenti a fiato p 21
Allegro
Andante con variazioni
György Ligeti (1923 — 2006)
Sei bagatelle per quintetto di fiati
Allegro con spirito
Rubato. Lamentoso
Allegro grazioso
Presto ruvido
Adagio mesto (Béla Bartók in memoriam)
Molto vivace (Capriccioso)
Jacques Ibert (1890-1962)
Trois pièces brèves
Allegro
Andante
Assez – lent. Allegro scherzando
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