Descrizione
NORMA
Musica di
VINCENZO BELLINI
Casa Ricordi, Milano
Tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani
Date
Teatro Regio di Parma
venerdì 18 marzo 2022, ore 20.00 Opera A
domenica 20 marzo 2022, ore 15.30 Opera B
venerdì 25 marzo 2022, ore 20.00 Opera C
domenica 27 marzo 2022, ore 15.30 Opera D
Durata complessiva 2 ore e 40 minuti circa, compreso un intervallo
Cast
Norma | ANGELA MEADE |
Pollione | STEFAN POP |
Oroveso | MICHELE PERTUSI |
Adalgisa | CARMELA REMIGIO |
Flavio | JOHN MATTHEW MYERS |
Clotilde | MARIANGELA MARINI |
Maestro concertatore e direttore
SESTO QUATRINI
Regia
NICOLA BERLOFFA
Scene
ANDREA BELLI
Costumi
VALERIA DONATA BETTELLA
Luci
MARCO GIUSTI
Collaboratore alle luci
GIORGIO VALERIO
ORCHESTRA FILARMONICA ITALIANA
CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA
Maestro del coro
MARTINO FAGGIANI
Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma
In coproduzione con Teatro Municipale di Piacenza,
Teatro Comunale di Modena
Norma è una delle opere che hanno plasmato il mondo artistico occidentale, tra le dieci più grandi dell’intero repertorio, sia per il valore che risiede soprattutto nella ricchezza melodica e nella forza drammatica che per le straordinarie novità espressive. Il pubblico ama Norma e ha grandi aspettative quando assiste ad una nuova messa in scena, condizionato da allestimenti leggendari che hanno contribuito a ingigantire la fortuna di questo capolavoro belliniano.
Tuttavia la partitura presenta una tale ricchezza sul piano musicale e scenico, e offre così tante possibili interpretazioni, da escluderne una lettura univoca: qualunque sia quella scelta, Teatro e Musica devono sostenersi e rafforzarsi a vicenda. In Norma il contesto storico della trama è piuttosto incidentale. Si prenda ad esempio Tosca: senza un’ambientazione romana, se ne perde parte dell’essenza e, comunque, gran parte delle nuances idiomatiche. Non è così per Norma: qui sono trascurabili alcuni riferimenti a luoghi precisi o ad epoche certe: gli eventi narrati sono piuttosto una cornice nella quale si innestano le emozioni soggettive ed i rapporti drammaturgici tra i protagonisti.
In qualsiasi opera si può raccontare la storia su due livelli: il primo è la lettura del regista, e il secondo è la musica – soprattutto la voce in questo caso. La partitura di Norma è un enorme specchio delle emozioni soggettive più intime dei personaggi, caratteristica tipica del Belcanto. I cantanti possono utilizzare la proiezione di voci particolari, filati, messe di voce, diminuendo, lunghissime pause drammatiche come strumenti per comunicare la psicologia dei personaggi. Norma, rappresentata per la prima volta a Milano nel 1831, è una tipica opera belcantista e ciò richiede un approccio specifico da parte dei cantanti e del direttore d’orchestra. Che cos’è davvero il Belcanto? Per molti questo termine identifica l’Opera di un certo periodo, che va da Rossini al giovane Verdi passando per Bellini e Donizetti. A mio parere il Belcanto è molto di più: un certo modo di cantare, di trattare l’orchestra, di approcciare il dramma, attraverso forme archetipe: uno stile che implica specifici aspetti tecnici, poetici e musicali. La costante e disperata cura del testo e delle parole ed i loro significati teatrali e metateatrali. Proprio per questo un elemento determinante nel Belcanto e più specificamente di Norma sono i silenzi, spesso lunghi e assordanti. La partitura è ricca di pause senza cadenze, da affrontare coraggiosamente, le quali producono sensazioni di vuoto cosmico.
Dobbiamo godere dei silenzi, e lasciare la possibilità, al pubblico e a noi stessi, di sfruttare attivamente questi momenti di pausa: provengono dal corpo e dallo spirito dei personaggi. Sono musica.
Sesto Quatrini
Questo allestimento arriva finalmente in Italia dopo una tournée europea. Si tratta non di una ripresa, ma di un riadattamento dovuto alle regole sanitarie imposte dall’emergenza Covid: lo spettacolo è stato, infatti, ricostruito rispettando le regole sul distanziamento.
L’idea centrale resta, comunque, quella originale. Sullo sfondo di una guerra continua osserviamo i detriti di una società vinta e conquistata. Troviamo i Galli sconfitti che vivono reclusi in un palazzo ottocentesco incendiato e devastato, ultime vestigia di un potere perduto. Nessun druido con la barba, ma vecchi generali e soldati attaccano con le poche forze restanti Norma, cercando di estorcerle il segnale atto ad una agognata e penosa nuova Rivoluzione.
In questo adattamento si è spostata l’azione del dramma verso un Ottocento europeo, nel periodo delle grandi lotte e delle rivoluzioni interne che hanno segnato il XIX secolo, pur rispettando perfettamente le dinamiche conflittuali tra vincitori e vinti, i deliri amorosi e le gelosie uterine delle eroine belliniane. Potremmo trovarci a Solferino o a Parigi ai tempi della guerra prussiana. Vedremo cadere Norma, da “donna del popolo” a nuova vittima designata, perché nell’arco del racconto
la sacerdotessa passa da beniamina a traditrice con una logica assolutamente moderna e marziale: nessun processo l’attende, solo una condanna urlata dalla piazza con una relativa violenta esecuzione. I temi suggeriti dal libretto potrebbero portarci ad una facile attualizzazione, ma questo non è necessario perché la scrittura musicale di Bellini riesce in modo moderno a farci scoprire personaggi che, una volta liberati dai numeri di parata, provano sentimenti umani. Che sono gli stessi che proviamo noi oggi.
Nicola Berloffa
Mappa
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