Descrizione
Al piano terreno del secentesco Palazzo Smeraldi nel cuore di Parma, tutto è rimasto com’era quel 12 luglio 1994. I tubetti aperti, gli olii appena stemperati, la giacca di lino bianca intrisa di mille colori appoggiata accanto al cavalletto, la sigaretta ridotta a mozzicone e i fogli appena abbozzati.
La Fondazione Carlo Mattioli che dalla scomparsa del Maestro ne cura e promuove l’opera con numerose mostre e pubblicazioni, ha voluto conservare tutto com’era e dov’era, per rispetto ad un grande protagonista dell’arte europea del Novecento. Ora, a vent’anni dalla scomparsa, quelle grandi stanze vibranti di memorie, un vero e proprio santuario dell’arte e della creatività artistica, ritrovano il soffio vitale che le impregnava durante il lavoro del Maestro.
Da queste stanze sono passati molti dei gradi intellettuali di un secolo della nostra cultura, scrittori, poeti, registi, fotografi, giornalisti, storici e critici dell’arte, attratti dal carisma del solitario artista di Parma. La Fondazione ha inoltre provveduto a catalogare non solo le opere ma anche il prezioso materiale documentario conservato nello studio, senza disperdere nulla, semmai acquisendo dal mercato opere che venivano ritenute indispensabili per documentare il percorso artistico di Mattioli. Le migliaia di carte e di documenti, i libri, disegni e gli olii sono stati fotografati e studiati, per essere poi rimessi nell’ordine che il Maestro aveva scelto. A costituire uno degli archivi più completi tra quelli di grandi artisti del nostro Novecento. Queste grandi sale sono aperte per la prima volta al pubblico, non musealizzate ma conservate nello spirito e nell’aspetto originario.
Gli spazi dove il Maestro lavorava diventeranno anzi luogo di racconto, incontro e confronto aperto a tutte le arti con la realizzazione di esposizioni ed eventi culturali in genere che guardino complessivamente alla cultura del Novecento, artistica, letteraria e musicale che l’Artista, pur sfuggente ad ogni tentativo di inquadramento in una precisa appartenenza alle avanguardie del suo tempo, ha profondamente conosciuto, abbracciato o rifiutato.
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